Padre Matteo Ricci in mostra a Roma

Padre Matteo Ricci in mostra a Roma

“Ai crinali della storia. Padre Matteo Ricci fra Roma e Pechino”. Questo il titolo della mostra che, a partire dal 30 ottobre, sarà ospitata in Vaticano, nel Braccio di Carlo Magno.
L’obiettivo è di rievocare la figura e l’opera del gesuita italiano che per primo portò il Vangelo nell’Impero Celeste a cavallo il XVI e il XVII.

La Mostra è suddivisa in cinque sezioni: La Compagnia di Gesù e Padre Matteo Ricci. Ritratti e documenti; La Roma di Matteo Ricci; Matteo Ricci e la Cina; L’opera scientifica e geografica; e L’eredità/inculturazione.
In esposizione figurano opere conservate nel Museo Missionario Etnologico Vaticano e nel Museo Nazionale di Arte Orientale oltre a reperti provenienti da altri musei e istituzioni scientifiche.
L’esposizione è curata dal Comitato promotore delle celebrazioni centenarie di padre Ricci, in collaborazione con i Musei Vaticani, la Curia Generalizia della Compagnia di Gesù e la Pontificia Università Gregoriana.

Nato a Macerata il 6 ottobre 1552, a diciotto anni entrò nella Compagnia di Gesù a Roma, maturando ben presto un’autentica vocazione missionaria. Il suo ingresso in Cina avvenne il 10 settembre 1583. Ben accolto dall’imperatore Wanli della dinastia Ming, padre Ricci fu elevato al rango di Mandarino, ricevuto alla corte del Celeste Impero, ospitato da alti funzionari civili e militari. “Farsi cinese con i cinesi”: questo l’innovativo metodo di evangelizzazione di padre Ricci, che seppe adattarsi agli usi e tradizioni locali in modo da essere più vicino a coloro ai quali annunciava il Vangelo.
Oltre ad insegnare in lingua cinese numerose discipline scientifiche ed umanistiche, portando in Cina la matematica e la geometria dell’Occidente, i grandi apporti del Rinascimento nel campo della geografia, della cartografia e dell’astronomia, e lasciando un gran numero di scritti, contribuì in modo decisivo alla fondazione della moderna sinologia e alla diffusione della conoscenza dell’Occidente in Cina e in tutto l’Oriente.
“Li Madou”, questo il nome cinese di padre Ricci, si spense a Pechino l’11 maggio 1610. In deroga alla tradizione di non consentire l’inumazione agli stranieri, l’imperatore concesse, per la prima volta nella storia della Cina, un terreno per la sua sepoltura, come estremo tributo alla sua scienza e al suo amore per i cinesi.
Dopo la sua morte, agli inizi del ‘700, la Chiesa condannò il suo metodo missionario. Solo nel 1939 Pio XII lo ha riabilitato ufficialmente. Ora, a 400 anni dalla scomparsa, prende quota l’ipotesi di beatificarlo in tandem con il primo convertito cinese, Xu Guangqui.
La mostra sarà aperta fino al 24 gennaio 2010.

Laura De Santis

www.bracciodicarlomagno.it