Televisione: basta ai processi fiction

Televisione: basta ai processi fiction

Niente più processi show. Alcuni programmi cambieranno radicalmente e saranno costretti a rivedere le loro strategie. L’informazione sulle vicende giudiziarie in corso dovrà rispettare i diritti inviolabili, curare che risultino chiare le differenze fra cronaca e commento, fra indagato, imputato e condannato, fra accusa e difesa, e adottare modalità che consentano al telespettatore un’adeguata comprensione. E’ quanto impone il nuovo Codice di autoregolamentazione in materia di rappresentazione di vicende giudiziarie nelle trasmissioni radiotelevisive firmato a Roma, nella sede dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, dai rappresentanti delle emittenti tv, dalla Federazione nazionale della stampa e dall’Ordine nazionale dei giornalisti.

Non ci saranno più processi sotto forma di fiction che, secondo il presidente dell’Authority Corrado Calabrò, confondono gli spettatori facendo credere di essere nella reale sede del processo, creando poi confusione quando a distanza di anni la giustizia vera fa il suo corso. Il rischio denunciato è quello di un svigorimento e screditamento del processo, un fuorviamento dell’opinione pubblica, oltre ad un condizionamento delle parti in causa.

Saranno quindi vietate le ricostruzioni dei processi in corso, mentre per quelli già chiusi si dovrà dare spazio al contraddittorio evitando le forzature. “Si tratta di una svolta nella comunicazione necessaria perché su questo tema non si poteva procedere con un atto d’autorità” ha commentato soddisfatto Calabrò.

Apprezzamenti giungono anche dal presidente della Rai, Paolo Garimberti, che si è dichiarato soddisfatto, e Fedele Confalonieri. “Penso che ci volesse veramente un giudizio imparziale per farci sedere al tavolo e arrivare all’accordo – ha spiegato il numero uno di Rti – la cosa bella è che si tratta di una autoregolamentazione e non di una imposizione dall’alto”. Ha detto la sua anche Mauro Nanni, di Telecom Italia Media, che evidenzia “la piena condivisione e la volontà di piena applicazione di questo codice”.

Non poteva mancare, ovviamente, anche il commento di Bruno Vespa, che sottolinea come il suo programma sia in linea con il nuovo codice: “Poiché la distinzione dei ruoli tra accusa e difesa e il chiarimento di tutte le posizioni processuali è stato sempre alla base dei criteri di comunicazione di Porta a porta, se questa è la raccomandazione del documento varato dall’ Agcom, siamo perfettamente d’accordo».

Le nuove norme, che entreranno in vigore il prossimo 30 giugno, sono il frutto di un lavoro continuativo di diciotto mesi. Il documento, oltre che dal presidente di Agcom Calabrò, è stato firmato anche dal presidente della Rai Paolo Garimberti, il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri e il consigliere Gina Nieri, il presidente di Telecom Italia Media Mauro Nanni, il presidente della Fnsi Roberto Natale, Pierluigi Roesler Franz per l’Ordine, il presidente della Frt (Federazione Radio Televisioni) Filippo Rebecchini ed il presidente di Aeranti-Corallo Marco Rossignoli.

W.A.

(Nella foto la puntata di Porta a porta con ospite il premier Silvio Berlusconi)